Presentazione del

Problema

Essere anziani è sempre più difficile. L’anziano è sentito come un peso, un problema ed un costo per la società, piuttosto che come una parte attiva, la memoria storica, il custode di saggezza da valorizzare e di cui prendersi cura. Nella società attuale le famiglie sono spesso frammentate e gli anziani sono sempre più isolati: questo causa anche la perdita di contatti tra le diverse generazioni, con un danno non soltanto per i nonni, ma anche per i nipoti. Se consideriamo la intrinseca fragilità degli anziani, si capisce perché assistiamo ad un aumento esponenziale dei disturbi depressivi tra gli anziani. La modernità porta con sé anche la cosiddetta “medicalizzazione” del disagio psichico: si tende a curare situazioni di questo genere con la somministrazione di farmaci antidepressivi, senza accompagnarli a strumenti di cura probabilmente più efficaci: strumenti sociali, culturali e di stili di vita. Per diffondere notizie e tentare di contrastare questi fenomeni allarmanti il 2012 è stato indetto “Anno Europeo dell’Invecchiamento Attivo e della Solidarietà Intergenerazionale”, iniziativa abbiamo aderito con entusiasmo.

Presentazione del

Problema

Essere anziani è sempre più difficile. L’anziano è sentito come un peso, un problema ed un costo per la società, piuttosto che come una parte attiva, la memoria storica, il custode di saggezza da valorizzare e di cui prendersi cura. Nella società attuale le famiglie sono spesso frammentate e gli anziani sono sempre più isolati: questo causa anche la perdita di contatti tra le diverse generazioni, con un danno non soltanto per i nonni, ma anche per i nipoti. Se consideriamo la intrinseca fragilità degli anziani, si capisce perché assistiamo ad un aumento esponenziale dei disturbi depressivi tra gli anziani. La modernità porta con sé anche la cosiddetta “medicalizzazione” del disagio psichico: si tende a curare situazioni di questo genere con la somministrazione di farmaci antidepressivi, senza accompagnarli a strumenti di cura probabilmente più efficaci: strumenti sociali, culturali e di stili di vita. Per diffondere notizie e tentare di contrastare questi fenomeni allarmanti il 2012 è stato indetto “Anno Europeo dell’Invecchiamento Attivo e della Solidarietà Intergenerazionale”, iniziativa abbiamo aderito con entusiasmo.

Storia

del gruppo e dei progetti

Il nostro gruppo ha iniziato ad operare nel 2003, con il progetto “Una Fiaba per i Nonni e … viceversa”. Il progetto è nato dal coinvolgimento di diversi medici che operavano nel Dipartimento di Cure Primarie, di Salute Mentale, di Sanità Pubblica dell’Azienda USL di Bologna, con la fondamentale collaborazione delle Scuole Medie della città di Bologna.
Una ondata di caldo particolarmente forte aveva colpito la città di Bologna, ed aveva portato numerosi anziani a chiedere aiuto per situazioni di difficoltà di diverso genere: mediche, psicologiche e sociali. Oltre alle cure necessarie, si pensò di istituire uno spazio dove condividere ed alleviare queste sofferenze: il primo gruppo di terapia nasce con l’idea della lettura di fiabe scritte da parte di ragazzi delle Scuole Medie (i “nipoti”) e dedicate agli anziani (i “nonni”). Per incoraggiare l’entusiasmo dei giovani scrittori, si istituiva anche un Premio Letterario per la migliore fiaba, intitolato alla memoria dell’Italianista centenario Raffaele Spongano, scomparso da poco.
La fiaba è il primo modo in cui si impara a parlare, in cui si viene educati, il tramite che ha sempre unito le due generazioni più distanti e più vicine: nonni e nipoti. L’obiettivo del progetto era duplice: si cercava di creare un contatto più stretto fra la generazione degli anziani e quella dei nipoti attraverso un coinvolgimento dei giovani per l’intrattenimento dei nonni, dall’altra, di rallentare il deterioramento cognitivo ed affettivo delle persone di età avanzata.

Il gruppo di terapia, o di lettura specializzata come abbiamo preferito chiamarlo, negli anni successivi si è trasformato in un luogo di incontro e scambio ed ha rappresentato un costante punto di riferimento ed arricchimento sia per i nonni che per i nipoti. Il titolo del progetto vuole proprio sottolineare quanto è necessaria la reciprocità nei rapporti intergenerazionali e si ispira ad una frase di Donald Winnicott, famoso psicoanalista inglese: “…con la speranza di coltivare attraverso il gioco la capacità di preoccupazione responsabile”.
Da allora, il Premio Spongano è tornato con cadenza biennale fino alla edizione più recente nel 2011. La sorprendente capacità di recupero e l’entusiasmo dei partecipanti ha sostenuto il progetto in tutti questi anni, nelle sue più inaspettate articolazioni.
Infatti oltre alle fiabe negli anni successivi abbiamo assistito ad un arricchimento delle attività a cui partecipavano sia giovani che anziani (convegni, incontri
culturali, preparazione di recite, musica e lezioni). Oltre a considerare aspetti culturali e sociali, la cura degli anziani richiede uno straordinario impegno dal punto di vista sanitario e scientifico. Per questo, fin dall’inizio, sono state intraprese iniziative per migliorare e diffondere le conoscenze in questi campi, coinvolgendo un grande numero di professionisti di diverse aree.

Storia

del gruppo e dei progetti

Il nostro gruppo ha iniziato ad operare nel 2003, con il progetto “Una Fiaba per i Nonni e … viceversa”. Il progetto è nato dal coinvolgimento di diversi medici che operavano nel Dipartimento di Cure Primarie, di Salute Mentale, di Sanità Pubblica dell’Azienda USL di Bologna, con la fondamentale collaborazione delle Scuole Medie della città di Bologna.
Una ondata di caldo particolarmente forte aveva colpito la città di Bologna, ed aveva portato numerosi anziani a chiedere aiuto per situazioni di difficoltà di diverso genere: mediche, psicologiche e sociali. Oltre alle cure necessarie, si pensò di istituire uno spazio dove condividere ed alleviare queste sofferenze: il primo gruppo di terapia nasce con l’idea della lettura di fiabe scritte da parte di ragazzi delle Scuole Medie (i “nipoti”) e dedicate agli anziani (i “nonni”). Per incoraggiare l’entusiasmo dei giovani scrittori, si istituiva anche un Premio Letterario per la migliore fiaba, intitolato alla memoria dell’Italianista centenario Raffaele Spongano, scomparso da poco.
La fiaba è il primo modo in cui si impara a parlare, in cui si viene educati, il tramite che ha sempre unito le due generazioni più distanti e più vicine: nonni e nipoti. L’obiettivo del progetto era duplice: si cercava di creare un contatto più stretto fra la generazione degli anziani e quella dei nipoti attraverso un coinvolgimento dei giovani per l’intrattenimento dei nonni, dall’altra, di rallentare il deterioramento cognitivo ed affettivo delle persone di età avanzata.

Il gruppo di terapia, o di lettura specializzata come abbiamo preferito chiamarlo, negli anni successivi si è trasformato in un luogo di incontro e scambio ed ha rappresentato un costante punto di riferimento ed arricchimento sia per i nonni che per i nipoti. Il titolo del progetto vuole proprio sottolineare quanto è necessaria la reciprocità nei rapporti intergenerazionali e si ispira ad una frase di Donald Winnicott, famoso psicoanalista inglese: “…con la speranza di coltivare attraverso il gioco la capacità di preoccupazione responsabile”.
Da allora, il Premio Spongano è tornato con cadenza biennale fino alla edizione più recente nel 2011. La sorprendente capacità di recupero e l’entusiasmo dei partecipanti ha sostenuto il progetto in tutti questi anni, nelle sue più inaspettate articolazioni.
Infatti oltre alle fiabe negli anni successivi abbiamo assistito ad un arricchimento delle attività a cui partecipavano sia giovani che anziani (convegni, incontri
culturali, preparazione di recite, musica e lezioni). Oltre a considerare aspetti culturali e sociali, la cura degli anziani richiede uno straordinario impegno dal punto di vista sanitario e scientifico. Per questo, fin dall’inizio, sono state intraprese iniziative per migliorare e diffondere le conoscenze in questi campi, coinvolgendo un grande numero di professionisti di diverse aree.

La

Scuola

La scuola è stata da subito protagonista del progetto: senza la partecipazione e l’aiuto degli studenti delle scuole primarie e secondarie e dei loro insegnanti, il progetto non sarebbe potuto iniziare. Contemporaneamente la partecipazione al progetto da parte dei ragazzi ha costituito un’occasione di arricchimento culturale e umano: è stato realizzato uno “spazio di pensiero” in cui hanno potuto riflettere in maniera guidata dagli insegnanti e dagli esperti sul valore del rapporto con gli anziani. Il progetto ha consentito di attivare metodi educativi alternativi: sono stati condotti laboratori teatrali, di cinema, partecipazione a eventi e concorsi incentrati sul tema sulla fiaba. Gli incontri tra ragazzi ed anziani hanno permesso ad entrambe le parti di re‐instaurare un dialogo intergenerazionale tramite la scrittura reciproca di fiabe, racconti, diari, lettere, ricette culinarie, video e musica.

La

Scuola

La scuola è stata da subito protagonista del progetto: senza la partecipazione e l’aiuto degli studenti delle scuole primarie e secondarie e dei loro insegnanti, il progetto non sarebbe potuto iniziare. Contemporaneamente la partecipazione al progetto da parte dei ragazzi ha costituito un’occasione di arricchimento culturale e umano: è stato realizzato uno “spazio di pensiero” in cui hanno potuto riflettere in maniera guidata dagli insegnanti e dagli esperti sul valore del rapporto con gli anziani. Il progetto ha consentito di attivare metodi educativi alternativi: sono stati condotti laboratori teatrali, di cinema, partecipazione a eventi e concorsi incentrati sul tema sulla fiaba. Gli incontri tra ragazzi ed anziani hanno permesso ad entrambe le parti di re‐instaurare un dialogo intergenerazionale tramite la scrittura reciproca di fiabe, racconti, diari, lettere, ricette culinarie, video e musica.

Ambito

Sanitario

Ambito

Sanitario

Il progetto comprende numerose iniziative a carattere sanitario. E’ stato riconosciuto dalla Azienda Unità Sanitaria Locale (AUSL) di Bologna come “Progetto Obiettivo Salute” per la partecipazione attiva della comunità nell’elaborazione di programmi che
hanno un impatto sulla salute. Settore di riferimento: Dinamiche di comunicazione e di relazione.

Interventi preventivi, terapeutici, e riabilitativi:

  • costituzione di gruppi di terapia e di supporto, in particolare per disturbi depressivi degli anziani;
  • rieducazione alla lettura, alla scrittura ed al movimento, stimolazione mnemonica, dell’attenzione, della concentrazione, riabilitazione nei confronti della vulnerabilità sociale e fisica, valorizzando la cooperazione e recuperando le abilità individuali

Le attività comprendono lettura di fiabe, visione del materiale audiovisivo preparato dai ragazzi (disegni, filmati, cartoni animati ecc.), ascolto di brani musicali composti ed interpretati dai ragazzi, incontri e discussioni con i giovani, recitazione di fiabe scritte dai ragazzi, partecipazione degli anziani al Melologo composto da ragazzi del Conservatorio di Bologna, elaborazione di ricette culinarie, ricordate e scritte dai “nonni”. Il materiale prodotto nel corso degli anni è stato selezionato e raccolto (libri, CD‐ROM, DVD, sito internet). L’integrazione fra più Servizi ed Istituzioni ha garantito un prodotto migliore, in quanto sono valorizzate le specifiche competenze e messe a frutto le diverse esperienze maturate e l’integrazione interistituzionale ha aperto la strada a nuove ed ulteriori sperimentazioni condivise.

Ricerca

Scientifica

“Una fiaba per i nonnni…e viceversa” è stata l’occasione giusta per portare avanti numerosi progetti di ricerca allo scopo di migliorare le conoscenze scientifiche sull’efficacia di interventi per combattere le patologie cognitivo‐affettive dell’anziano.
Grazie ad una fitta rete di collaborazioni multidisciplinari abbiamo potuto estendere il campo di indagine ad includere metodiche complementari e/o alternativi alle terapie farmacologiche, pur mantenendo un approccio di assoluta serietà e rigore
scientifico.

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Ricerca

Scientifica

“Una fiaba per i nonnni…e viceversa” è stata l’occasione giusta per portare avanti numerosi progetti di ricerca allo scopo di migliorare le conoscenze scientifiche sull’efficacia di interventi per combattere le patologie cognitivo‐affettive dell’anziano.
Grazie ad una fitta rete di collaborazioni multidisciplinari abbiamo potuto estendere il campo di indagine ad includere metodiche complementari e/o alternativi alle terapie farmacologiche, pur mantenendo un approccio di assoluta serietà e rigore
scientifico.

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